
Dichiarazioni del Sindaco
Ordine del giorno Gruppo Zanica Civica: informativa al consiglio comunale relativo al presunto conflitto d’interessi a carico di un componente della commissione giudicatrice per la selezione pubblica e assunzione di n. 1 dipendente comunale a tempo parziale e determinato
Prima di dare la parola ai richiedenti ritengo opportuno richiamare l’art. 42 del nostro Regolamento del Consiglio Comunale:
Art. 42 Adunanze segrete 1. L’adunanza del Consiglio comunale si tiene in forma segreta quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento delle capacità, moralità, correttezza od esaminati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali di persone. 2. Gli argomenti da esaminare in seduta segreta sono precisati nell’ordine del giorno dell’adunanza. 3. Quando nella discussione di un argomento in seduta pubblica siano introdotte valutazioni sulla moralità correttezza, capacità e comportamenti di persone, il Presidente invita i Consiglieri a chiuderla, senza ulteriori interventi. Il Consiglio, su proposta motivata di almeno tre Consiglieri può deliberare, a maggioranza di voti, il passaggio in seduta segreta per continuare il dibattito. Il Sindaco, prima di autorizzare la ripresa dei lavori, dispone che le persone estranee al Consiglio, escluse quelle di cui al successivo comma, escano dall’aula. 4. Durante le adunanze segrete possono restare in aule, oltre ai componenti del Consiglio, agli assessori esterni e al Segretario comunale, i dipendenti dell’ente presenti per servizio, vincolati al segreto d’ufficio, salvo siano oggetto dell’argomento in esame.
Va osservato inoltre che la richiesta non è accompagnata dalla relazione prevista prevista per gli argomenti da iscrivere all’ordine del giorno per i quali il Consiglio comunale dovrà effettuare soltanto un esame ed un dibattito generale, senza adottare deliberazioni o risoluzioni; viene comunque richiesto, per ciascuno di essi, che i Consiglieri richiedenti debbano allegare una relazione che illustra l’oggetto da trattare:
Se per le richieste precedenti si poteva anche transigere, e così abbiamo fatto, il Consiglio potrebbe valutare se tale carenza possa pregiudicare la discussione del punto all’o.d.g., pur considerando che trattasi di argomenti che non comportano un provvedimento amministrativo.
Non sarà così.
Rimarco solo ai richiedenti, oggi come già in conferenza dei capigruppo, la necessità di porre attenzione a quanto verrà espresso. Non è, evidentemente, una minaccia al diritto di espressione quanto un richiamo ai doveri di ogni consigliere, nel rispetto degli altri colleghi presenti oltre che delle persone che potrebbero sentirsi lese da affermazioni che comportino – ripeto quanto espresso dal Regolamento comunale – “apprezzamento delle capacità, moralità, correttezza od esaminati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali”.
Chiudo con una riflessione che confido possa esservi utile in futuro. È ben curioso che – a volte senza che ve se siano i presupposti ma solo partendo da enunciazioni di principio -ci venga chiesto continuamente correttezza e trasparenza quando da parte vostra preferite fissare appuntamenti al buio.
Per il futuro comunque le richieste da voi formulate saranno accolte solo se rispetteranno quanto previsto dal nostro Regolamento.
Ordine del giorno Gruppo Zanica Civica: richiesta di dimissioni dell’Assessore al Personale Alfarano Maria Cristina già Assessore al Bilancio nella legislatura 2019- 2024.
Lascio la parola ai richiedenti anche per questa curiosissima richiesta, precisando alcune cose:
- non rientra nelle competenze del Consiglio comunale di discutere in merito a una decisione del tutto personale di un Assessore di proseguire o meno il proprio mandato, in forza di un rapporto fiduciario instaurato con il Sindaco, che non viene meno sulla base di allusioni, presunzioni, confusione di ruoli e competenze;
- al termine del vostro intervento, farò una mia comunicazione e vi informo che non lascerò spazio di replica, chiudendo subito dopo la seduta del Consiglio perché il Consiglio merita altro e non discussioni cosiffatte.
Lascio la parola ai richiedenti.
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“Presunto, ovvero ritenuto in base a congetture e a supposizioni”.
E’ il metodo consolidato da parte di questa minoranza, introdotto sin dall’insediamento, per poi passare alle dichiarazioni sullo sviluppo del Triangolone fino ad arrivare ad oggi ( tralasciando le presunzioni via social). Così si sta delineando la sua fama: la minoranza delle presunzioni.
Noi continuiamo a preferire la concretezza e il lavoro per realizzare servizi e interventi a favore del benessere della nostra comunità.
Comunque sull’operato della minoranza possiamo ormai dire alcune cose, non presunte ma visibili.
A questa minoranza piace la trasparenza, degli altri e non certo la sua, dato che è stata incapace di produrre in tempo utile dei documenti da depositare agli atti, per dare la possibilità al Consiglio di potere fare delle considerazioni e delle riflessioni a ragion veduta
A questa minoranza piace il clima assembleare, che doveva contraddistinguere il suo operato: finora zero assemblee e tante richieste di fare diventare il Consiglio un’assemblea permanente, con il rischio reale di snaturare il suo ruolo, che resta quello di indirizzo.
A questa minoranza piace il garantismo, che nasce da una cultura politica garantista che peraltro noi condividiamo; ma il garantismo non vale per Zanica. A Zanica, qui, questa minoranza esprime un clima giacobino da “caccia alle streghe”, da esposti, denunce, minacce nemmeno troppo velate; novelli Torquemada che organizzano processi indiziari, dove l’accusa è pari alla sentenza: giudici e arbitri di sé stessi.
A questa minoranza piace intimorirci, ricordandoci ogni giorno il rischio del danno erariale e altro ancora. Noi sappiamo che fare amministrazione è un esercizio difficile, non esente da rischi, ma l’alternativa è l’immobilismo cui evidentemente qualche consigliere di minoranza vorrebbe spingerci.
Mai fatto. Zanica è cambiata in questi anni e sappiamo che per cambiare, a volte, si prendono decisioni oggetto di innumerevoli rischi e responsabilità, che ci assumiamo – sempre e comunque – per il bene del paese.
Fare amministrazione è a volte un percorso complesso, non privo di trabocchetti e di possibili errori, ma si agisce sempre con il desiderio di migliorare la qualità del nostro paese.
A questa minoranza piace l’istituto delle dimissioni, come si è capito da subito con le fulminee dimissioni della neoeletta Tiziana Rottoli per fare posto al candidato Vicesindaco e Assessore al territorio, non risultato eletto. Possono continuare così, a casa loro, però.
A questa minoranza riesce difficile distinguere i piani, quello politico e quello amministrativo, così come regolamentato dalla norma.
Da 30 anni a questa parte un po’ di chiarezza e di delimitazione delle competenze e delle responsabilità a livello normativo è stata fatta.
Partiamo dalla legge 15 maggio 1997, n.127 ( cd Legge Bassanini)
Con questa legge sono state adottate misure per lo snellimento dell’attività amministrativa e di procedimenti di decisione e di controllo; sono state inoltre introdotte rilevanti modifiche nell’ordinamento degli enti locali.
Possiamo riassumere le innovazioni introdotte nel seguente elenco:
- attribuzione agli enti locali di maggiori poteri in materia di potestà autoorganizzativa e di gestione del personale;
- riduzione dell’ambito di competenza dei Consigli comunali, il cui ruolo si circoscrive con chiarezza alle funzioni di indirizzo e di controllo politico;
- attribuzione di maggiori poteri al Sindaco rispetto alla Giunta (tra cui il nuovo potere di scelta discrezionale del Segretario dell’ente);
- piena attuazione del principio di separazione fra politica e amministrazione;
- riforma della dirigenza degli enti locali; molte competenze operative, prima attribuite al Sindaco o alla Giunta, spettano ora ai manager;
- riforma dei Segretari comunali e provinciali;
- drastica riduzione dei controlli regionali sugli enti locali.
I tentativi di “raffinare” il concetto di separazione tra politica e amministrazione non si sono fermati; numerose sono state infatti le riforme che si sono susseguite nel tempo per ottimizzare le relazioni tra politica e amministrazione.
Basta ricordare la riforma Brunetta (Decreto legislativo, 27/10/2009 n° 150) e la legge n.124/2015 (cd.“riforma Madia”).
Considerata la reale difficoltà nello stabilire le differenze tra i due tipi di attività, la dottrina ha indicato che la prima di esse – l’attività politica o di governo – è considerata un’attività “libera nei fini, cioè non vincolata dai fini posti da altri soggetti, e nei contenuti, cioè nelle scelte tra fini, e talvolta anche nelle forme, nei modi della sua esplicazione: in contrapposto, appunto, con l’attività amministrativa la quale, invece, si svolge in relazione a fini a essa prefissati (prevalentemente dalla legge) ed è normalmente vincolata anche nelle forme.
In ordine al tema in discussione, è evidente che alla parte politica competeva – e compete ancora oggi – la linea di indirizzo, non certo quello della vigilanza. Nello specifico, non spetta alla parte politica verificare se le affermazioni fatte dalle persone interessate in merito a possibili conflitti di interesse siano veritiere o meno.
Ricordo che nella fattispecie non c’è un dovere di vigilanza ma un dovere, sancito dalle norme penali, di dichiarare il vero, ovvero che non vi siano conflitti di interesse.
Di questo passo, di fronte a una autocertificazione resa a un dipendente dell’Anagrafe, se tale dichiarazione fosse falsa cosa facciamo? Chiediamo le dimissioni del dipendente e finanche dell’Assessore per difetto di vigilanza? Ma per favore!
Cosa ha fatto, fa e farà la parte politica, compresa l’assessore Alfarano insieme alla Giunta tutta, in merito alle assunzioni del personale? Si atterrà al suo ruolo, che è quello di valutare le scelte strategiche riferite al piano assunzionale, alle necessità, alla sostenibilità economica, non altro.
Esprimiamo quindi solidarietà all’assessore Alfarano per un attacco costruito su “una presunzione al cubo”: che ci sia stato prima un presunto conflitto di interesse all’interno di un procedura di assunzione e, immaginiamo, una presunta mancata vigilanza da parte della parte politica su un procedimento del tutto estraneo alle competenze della medesima.
Massima solidarietà poi per chi ha votato questa minoranza pensando che volesse portare idee e proposte nuove (finora non pervenute) e non la costituzione di un tribunale giacobino vecchio stampo, che fa processi sommari; prima di chiedere le dimissioni a capocchia, prego i consiglieri di minoranza di non dimettersi dal loro ruolo.
E’ un clima che non ci piace, ma che siamo costretti a subire per le petulanti richieste che continuano a pervenire.
Di alcune cose i cittadini possono invece avere certezza.
Di una maggioranza che non si ferma, non si fa intimidire da processi sommari fatti al bar.
Di una Amministrazione costituita da ottime professionalità, che hanno sempre consentito di rispettare gli obiettivi prefissati.
Di un Consiglio che dovrà darsi nuove regole, e se le darà, per evitare questi teatrini che ne sviliscono il ruolo.
Di una Giunta costruita coesa, legata da una forte stima e da un rapporto fiduciario pieno.
Di una Giunta che esce rafforzata da episodi come questi, consapevole che qualcuno non ha ancora elaborato il lutto di una ennesima sconfitta.
Quando, gentili Consiglieri, vorrete tornare a svolgere un ruolo costruttivo noi saremo qui, non perché ci piace cristianamente porgere l’altra guancia, ma perché vogliamo credere e sperare che prima o poi emerga il desiderio di operare per il bene comune e non per cercare vendetta rispetto all’esito elettorale che – ribadiamo -resta quello che è.
Una grave sconfitta, lo ribadiamo, se si conosce l’elettorato zanichese, che non vota mai secondo gli schemi politici nazionali, altrimenti avremmo sempre perso.
Qui è sempre successo il contrario. Evidentemente i cittadini zanichesi votano e promuovono la serietà e, se volete, il coraggio.
Pensateci.